mercoledì 24 giugno 2020

La scuola che vorremmo

Nell’ultima redazione on line del 1 giugno, insieme alle ragazze e ai ragazzi del CAG Tarabella Cattabrega e delle altre associazioni del Tavolo Giovani del Municipio 2, abbiamo parlato di tante cose, di come ci siamo sentiti e sentite senza la scuola, senza gli amici e le amiche, senza poter condividere quotidianamente informazioni, studio, risate, scherzi, emozioni.  Dei lati positivi e negativi di questo periodo surreale che abbiamo trascorso un po’ da recluse e reclusi.
Queste “nuvole” colorate sono popolate dalle risposte dei e delle partecipanti. (Le parole più grandi sono quelle che sono state più utilizzate).



Comunque, una cosa era chiara: tutti e tutte abbiamo un grande desiderio che la scuola riparta. Senza scuola non si può stare: questo è un pensiero comune, una convinzione profonda. Un po’ viene da pensare: “chi l’avrebbe mai detto?”, un po’ si poteva immaginare. 

Vogliamo tornare a scuola: siamo tutti e tutte d’accordo. 

Ma abbiamo anche pensato che potremmo anche ripensarla questa scuola, già che ci siamo, migliorarla almeno un po', magari mettendoci insieme ragazze, ragazzi, bambine e bambini, insegnanti, genitori, presidi, educatori, educatrici, pedagogisti e pedagogiste, psicologi e psicologhe…. insomma tutti e tutte a immaginarci e progettare dei nuovi modi di fare scuola, nuovi modi di imparare e di crescere insieme, nuovi modi di fare cultura…. 

E abbiamo anche buttato lì un po’ di esempi, di progetti o pratiche di cui sappiamo:
  • la scuola sconfinata, un progetto che vuole portare la scuola fuori dalle mura scolastiche, nei giardini, nei musei, per le strade della città, nelle piazze. Idee ce ne sono: c’è un movimento ampio, vivace e attivo che sta facendo proposte concrete e sta mobilitando risorse ed energie belle e innovative;
  • la scuola capovolta, un metodo, una modalità di fare scuola,  che molte e molti insegnanti praticano già da tempo e che prevede, in sintesi, di superare il modello di lezione frontale e favorire invece la ricerca individuale.
E altri, moltissimi, sono i metodi innovativi, le idee di didattica che magari riprendendo principi e pratiche del passato (il metodo Montessori, la pedagogia di Giuseppina Pizzigoni, la didattica libertaria) cercano di rendere l'istituzione scolastica quanto più possibile vicina alle esigenze, al sentire, al vivere delle nuove generazioni.

Ma di certo possiamo immaginarcene altri e così, tanto per cominciare a pensarci su tutte e tutti insieme, abbiamo fatto questa domanda alle ragazze e i ragazzi che hanno partecipato alla redazione “Se fossi una maestra o un maestro in che modo aiuteresti i tuoi allievi e le tue allieve a imparare?

Qui, in quest'altra "nuvola" trovate le idee che sono venute fuori.




E tu che cosa ne dici? Che cosa risponderesti a quest'ultima domanda? Un modo per continuare insieme a riflettere, desiderare, immaginare la scuola che vorremmo.  

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